Microscopio ottico a luce riflessa: la superficie dell'immagine appare molto lucida con vari graffi superficiali, che potrebbero essere confusi con le crettature dei positivi all'albumina; tale aspetto è molto frequente nei positivi al collodio. Figura 1

 

Microscopio elettronico a scansione ingrandimento 100x: mostra uno strato granuloso che corrisponde alla gelatina. Figure 2, 3

Ingrandimento 350x: nella sezione di un positivo aristotipico al collodio si nota uno strato inferiore, che assomiglia a quello granuloso della gelatina, cui segue uno strato sottostante di barite, interposto tra l'immagine e le fibre della carta del supporto primario. Figure 4, 5

 

Microanalisi: l'EDS dell'aristotipo al collodio della fotografia Toscana I 149, a differenza degli altri aristotipi al collodio, presenta nel primo strato una bassa concentrazione di argento, mentre si può notare un'elevata concentrazione di bario e di zolfo, tipico della barite. Il risultato dell'analisi può essere spiegato come conseguenza di un processo di lucidatura della fotografia eseguito successivamente; esso consiste in una pressatura dell'immagine che ha provocato l'affioramento in superficie della barite sottostante, ipotesi confermata anche dall'osservazione al SEM, che mostra come la superficie dell'immagine risulti anomala rispetto alle altre, morfologicamente più simile ai positivi alla gelatina, con granuli più grandi e chiari dovuti appunto alla presenza della barite sottostante. Figura 6