L’Istituto ed il Museo Geologico Capellini (Via Zamboni n. 61) hanno sede fin dal 1870 nel vecchio fabbricato (Via Zamboni 59) occupando i locali destinati fino allora all’antico Ospedale Clinico. Gli adattamenti e trasformazioni di questo antico Ospedale e delle catapecchie che vi erano state aggiunte, furono iniziati soltanto nel 1911 con mezzi modesti, tanto che si curò solamente la costruzione della nuova facciata e la sistemazione di alcune stanze del Museo prospicienti la Via Zamboni, provvedendo poi, alla meglio, al superficiale restauro delle altre aule destinate alle stanze di studio, ai laboratori ed agli altri locali che raccolgono le collezioni di cui l’importante Museo è dotato. In virtù della Convenzione 1930, nel 1932 si è potuto procedere in pieno accordo col Chiar.mo Direttore Prof. Gortani al restauro dell’ala interna verso il giardino con notevoli opere di miglioria e di consolidamento delle strutture murarie, ripristino parziale dei pavimenti, dei serramenti e delle finiture sia interne che esterne e sistemato così lo studio del Direttore e degli Assistenti, la Biblioteca ed i laboratori e approntando un’auletta per 80 posti, munita di tende per oscuramento. Ultimamente si sono poi restaurati i locali del piano terreno all’estremità ovest del fabbricato, si è costruito un nuovo ingresso su Via Zamboni, si è allargato e sistemato il cortile di ponente demolendo le vecchie casette pericolanti che lo limitano e si sono ricavate nuove aule di esposizione, consolidando il solaio della Sala del Diplodocus e provvedendo alla sua sistemazione generale, rafforzando le fondazioni, restaurando il soffitto ed il tetto e completandone l’arredamento. Rimane ora da provvedere alla sistemazione ed al consolidamento e alla formazione dell’ala di levante del vasto vecchio stabile della facciata E. di detta ala in conformità al nuovo piano regolatore per la sistemazione del Piazzale di Porta S. Donato.

[Estratto da Relazione riassuntiva delle opere edilizie universitarie eseguite dall'inizio dell'era fascista, Bologna, Tip. De Il Resto Del Carlino, 1938, p. 22-23]