Esso è opera del prof. Osvaldo Zanaboni (1902-1981, già ordinario di Scienza delle Costruzioni e direttore dell'Istituto di Scienza delle costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bologna, professore emerito) e contiene la stesura preparatoria di un testo concepito per presentare agli studenti universitari una trattazione organica della materia del Suo insegnamento.

La sua redazione ha comportato un lungo periodo di elaborazione. Secondo una testimonianza scritta della moglie essa deve considerarsi prevalentemente avvenuta negli anni fra il 1943 e il 1950, e presumibilmente èpoi proseguita con l'inserimento di alcuni aggiornamenti: infatti nel testo si possono notare, fra le molte altre, alcune note bibliografiche che rimandano sia a lavori dello stesso prof. Zanaboni pubblicati negli anni 1952, 1954 e 1957 che al volume del trattato del prof. O. Belluzzi pubblicato nel 1955. L'Autore, avendo in seguito dovuto ulteriormente rinviare per mancanza di tempo la conclusione dello scritto, rinunciò poi di fatto in vita alla sua pubblicazione, ritenendolo scientificamente superato.

Si tratta dunque di un'opera inedita, oggi di significato prevalentemente storico-culturale, e inoltre considerata incompiuta dallo stesso Autore che, non avendo concluso la trattazione di tutti gli argomenti pertinenti alla materia, non ha neppure mai curato una revisione finale della sua stesura. Potrebbero dunque per questo motivo essere riscontrabili nel testo comprensibili disomogeneità e inesattezze formali di vario tipo, che l'Autore avrebbe corretto in quella mancata fase di lavoro.

In seguito alla Sua scomparsa, per iniziativa della moglie e di alcuni docenti della Facoltà di Ingegneria ne venne tuttavia pubblicato per stralci nel 1983 sulla rivista "Il progettista industriale", allora diretta dal prof. Pier Gabriele Molari, il solo capitolo IX col titolo "Lezioni inedite di scienza delle costruzioni del professore Osvaldo Zanaboni", preceduto da una nota introduttiva del prof. Piero Pozzati.

In tale presentazione quest'ultimo fra l'altro afferma: "... ho trovato di straordinaria chiarezza questo testo di lezioni; si tratta di oltre 2300 pagine manoscritte che coprono gran parte del tradizionale arco d'insegnamento delle basi della materia, con un'esposizione che nulla dà per scontato e tuttavia porta il fermento di frequenti punti di vista originali. Scritto poco prima del 1950, è chiaro che tale testo manifesta differenze rispetto all'impostazione e al linguaggio che oggigiorno vengono di solito adottati; tuttavia ritengo che la suggestione esercitata su di me da numerose pagine ... dipenda dalla chiarezza dell'insegnamento e dall'aver trovato quell'impronta - ineffabile e inconfondibile -che rivela una materia profondamente meditata ... La scelta delle pagine da mostrare è assai difficile soprattutto in questo caso, perché si rischia, isolando una piccola parte di un discorso complessivo, di sottrarre a questo il prezioso pregio della continuità e della coerenza....".

Il manoscritto, redatto su 2417 fogli singoli, ricomprende il testo vero e proprio, vergato con penna a inchiostro e un indice provvisorio dattiloscritto. Il testo è suddiviso in 17 capitoli.

I capitoli sono a loro volta suddivisi in parti e in paragrafi, tutti intitolati. I paragrafi, numerati in successione, assommano a 453 nell'intero manoscritto. Nel testo sono inoltre inseriti e anch'essi numerati in successione: 212 esempi con relative soluzioni, 514 figure disegnate a matita e 738 formule. Le notazioni bibliografiche sono in parte presentate a fine capitolo e in parte a pie pagina.

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