ORIGINE DELLA SEZIONE ARCHITETTURA DELL’ARCHIVIO STORICO DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
Giuliano Gresleri *
Nel 1995, il corso di Storia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale dell’Università di Bologna, ha attivato una ricerca con l’obiettivo di individuare, catalogare e censire i fondi degli architetti e degli ingegneri relativi al periodo 1850-1950 presenti nell’area bolognese presso Istituzioni pubbliche, Enti e Privati. Lo scopo di tale indagine era finalizzato alla comprensione dei complessi meccanismi che hanno regolato, in una città particolare come Bologna (tra le possibili candidate a capitale dello Stato unitario), il rapporto tra ingegneri e architetti, tra tecnica e arte.
Dotata di una “Scuola di applicazione per gli ingegneri” tra le più accreditate d’Europa e di un’Accademia di Belle Arti di tradizione pontificia fortemente riorganizzata in epoca post-unitaria, Bologna si è configurata nel tempo come un luogo nel quale le discipline dell’architettura e dell’ingegneria hanno potuto misurarsi sincronicamente su un rilevante numero di opere pubbliche. Tali opere vengono realizzate con continuità prima in età post-unitaria, poi durante la gestione socialista della città (1910-1920). Durante il fascismo si avvia anche a Bologna, con modalità ormai sufficientemente conosciute, quella “politica del visibile” attraverso un imponente numero di edifici che costituiscono un vero e proprio racconto linguisticamente comprensibile delle intenzionalità dello Stato.
L’edilizia pubblica attuata all’inizio del secolo, dopo l’istituzione dello IACP e l’edilizia privata che “esplode” occupando i luoghi privilegiati della periferia con le opere di Attilio Muggia, Ciro Vicenzi, Giuseppe Vaccaro, Enrico De Angeli, Alberto Legnani, Paolo Sironi, Luigi Saccenti, Melchiorre Bega e altri, contribuiscono a fare di Bologna quel luogo della cauta sperimentazione dove tradizione e avanguardia più che scontrarsi, come accade ovunque, si confrontano in uno stato di non belligeranza ma di fervente impegno intellettuale.
Le arti del costruire cessano in tal modo di essere esclusivo patrimonio dei tecnici e divengono argomento dibattuto trasversale alle professioni e alle classi sociali, innescando sull’architettura a Bologna una volontà partecipativa e dialettica mai venuta meno. Tale premessa è indispensabile per capire la reale consistenza e l’invidiabile spessore che i fondi degli architetti e degli ingegneri hanno in una città come questa, che ha saputo conservarli attraverso alterne vicende anche quando altrove tale documentazione non era oggetto di particolari studi e attenzione.
Con l'interesse per questo progetto di catalogazione e conservazione da parte dell’Ateneo bolognese si è in tal modo configurata la possibilità di costituire una sezione apposita a tale progetto riservata, accogliendo le collezioni che a partire dal 1985 privati cittadini hanno destinato in donazione all’Ateneo.
Nell’ambito dei giacimenti così formatisi non ancora completamente catalogati e inventariati, è possibile distinguere alcuni fondi che, per il loro interesse e la quantità di documenti, si configurano come referenze essenziali per una storia della Bologna costruita.
L’Archivio storico dell’Università di Bologna rendere possibile la consultazione questi materiali dietro appuntamento scrivendo a bub.archiviostorico@unibo.it.
* Professore di Storia dell’Architettura moderna, primo curatore della Sezione Architettura dell’Archivio Storico dell’Università di Bologna