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Scienza è moralità, è onestà, è dovere,  è sacrificio: questo insegna l'università, questo insegnano i nostri Caduti. Al di  fuori di questa noi non riconosciamo altra Scienza. Giuseppe Barbieri

Queste parole pronunciate da un giovane studente per commemorare i compagni di lotta caduti nella cosiddetta 'battaglia dell'Università' del 1944, esprimevano l'ansiosa attesa di un rinnovamento affidato non solo al nascente Stato democratico ma all'auspicio che lo spirito che aveva animato tanti giovani a partecipare alla guerra di Liberazione dovesse essere accolto nel quotidiano lavoro del mondo accademico. Una profonda azione rigeneratrice avrebbe dovuto compensare «tutte le infamie, tutte le bassezze, tutti i compromessi passati» che tanti accademici avevano supinamente accolto nei vent'anni precedenti. Il solo Bartolo Nigrisoli, clinico illustre, aveva rifiutato di prestare il giuramento imposto dal regime e il silenzio assordante che aveva accompagnato il suo isolato gesto fu preludio all'analogo silenzio che seguì l'allontanamento dalle aule universitarie di decine di professori e giovani ricercatori e di centinaia di studenti ebrei.

La rivolta morale cominciò a manifestarsi già all'interno di quegli stessi organismi studenteschi voluti dal regime per fare dei giovani intellettuali altrettanti veicoli di propaganda e di consenso. «Architrave», periodico del Guf bolognese, divenne progressivamente una palestra del pensiero critico per molti giovani ventenni che rifiutarono quella palude di infamie e bassezze in cui il regime fascista voleva costringere le coscienze: fra quelli spiccano i nomi di Pier Paolo Pasolini, Renzo Renzi, Enzo Biagi, Roberto Roversi.
Altri avevano abbandonato per tempo le aule universitarie dopo l'occupazione nazifascista, partecipando attivamente alla guerra di Liberazione. Fra questi ricordiamo due ex-studenti della Facoltà di Medicina, Gianni Palmieri e Felice Cascione, autore di Fischia il vento, una delle più note canzoni partigiane: entrambi scelsero di sacrificare la propria vita per salvare i compagni di lotta.
Con loro iniziava il riscatto morale della nostra Università.
Gian Paolo Brizzi