BECCARI JACOPO BARTOLOMEO
BECCARI JACOPO BARTOLOMEO

BECCARI JACOPO BARTOLOMEO

Data: XVIII sec.

Tecnica: Olio su tela.

Misure: 92X74 (104X86)

Inventario: QUA 281

Collocazione: Museo di Palazzo Poggi

Citato in

  • Inventario 1971
  • Inventario Caronti 1872
  • Inventario 2002
  • Inventario 1957
  • Inventario 1970
  • Inventario 1995
  • Inventario 1964

Per approfondimenti

Medico e fisiologo, consegue la laurea in Filosofia e Medicina presso l’Università cittadina nel 1704. L’interesse verso l’ambito medico lo conduce a proseguire gli studi all’Alma Mater e a entrare nell’Accademia degli Inquieti – della quale sarà anche presidente –, formatasi nel 1690 attorno alla figura di Eustachio Manfredi. A partire dal 1709 diventa professore di Logica, per poi ottenere la cattedra di Medicina teorica e, in seguito, di Medicina pratica nel 1712, grazie anche agli insegnamenti di Giovanni Battista Morgagni, sotto la cui guida esegue numerose autopsie. Quando l’Istituto delle delle Scienze, fondato dal generale Luigi Ferdinando Marsili alla fine del 1711, incorpora l’Accademia degli Inquieti, è assegnato al corso di Fisica sperimentale, che prende avvio nel 1714. Infine, nel 1737, quando viene istituita la prima cattedra italiana di Chimica, Beccari ne sarà il titolare. Durante la carriera accademica si prodiga per accrescere le dotazioni dell’Università e affianca all’impegno didattico un’intensa attività scientifica, in particolare sulla scienza dell’alimentazione. Grazie alle analisi chimiche sugli alimenti, giunge all’importante scoperta del glutine. Nell’opera De frumento, del 1728, pubblicata solo nel 1745, egli descrive il metodo di separazione del glutine partendo da una mescolanza di acqua e farina, colata attraverso una tela di lino: la parte liquida che passa attraverso la tela contiene amido, mentre la parte che rimane sul tessuto è la sostanza glutinosa, simile a quella di origine animale. Analizza poi i fosfori e classifica i corpi luminescenti. L’opera De adamante aliisque rebus in phosphorum numerum referendis, del 1745, raccoglie i risultati dello studio dei fenomeni fisici; in particolare, l’osservazione della luce e della sua azione su diversi substrati, tra cui i sali d’argento. Beccari è stato inoltre il primo ad analizzare scientificamente il fenomeno di annerimento del cloruro d’argento, che è alla base dei processi fotografici e cinematografici.