GALVANI LUIGI
GALVANI LUIGI

GALVANI LUIGI

Autore: Nucci Sante

Data: XIX sec.

Tecnica: Olio su tela.

Misure: 73X54 (86X65)

Inventario: QUA 289

Collocazione: Museo di Palazzo Poggi

Citato in

  • Inventario 1957
  • Inventario 1970
  • Inventario 1971
  • Inventario 1995
  • Inventario 2002

Per approfondimenti

Studia dapprima Teologia, poi si dedica alla Medicina, specie all’anatomia e alla fisiologia. Allievo di Iacopo Beccari, del chirurgo Giovanni Antonio Galli e dell’anatomista Domenico Galeazzi, Galvani si laurea in Filosofia e Medicina nel 1759. All’Istituto delle Scienze e presso l’Università insegna Anatomia e Ostetricia dal 1769 al 1797, anno in cui si rifiuta di prestare giuramento alla Repubblica Cisalpina e viene pertanto spogliato delle cariche. Pur praticando anche la professione medica, Galvani si dedica con continuità alla ricerca sperimentale. All’origine del suo interesse per lo studio dell’elettricità nel mondo animale ci sono tre tradizioni di ricerca. La prima risale all’inizio del Settecento, e persegue l’applicazione di metodologie fisiche e chimiche allo studio degli organismi. La seconda, sviluppatasi intorno alla metà del secolo, esplora le possibilità di un uso terapeutico dell’elettricità. La terza, alimentata da alcune speculazioni di Isaac Newton, postula un’affinità o addirittura l’identità tra il “fluido elettrico” dei fisici e il “fluido nervoso” dei fisiologi. Le sue indagini culminano con la pubblicazione del De viribus electricitatis in motu musculari (1791), che gli conferisce fama a livello europeo promuovendo il galvanismo come uno dei temi fondamentali della ricerca scientifica tra Settecento e Ottocento. Nel De viribus Galvani si propone di dimostrare che gli “spiriti animali” della fisiologia antica e seicentesca sono in effetti “elettricità nascosta nei nervi” e che questa elettricità ha caratteristiche simili o forse coincidenti con quelle dell’elettricità comune. I delicati esperimenti illustrati si prestano a interpretazioni contrastanti, che alimentano la celebre controversia tra lui e Volta. Dopo un temporaneo abbandono, conseguente ai successi riportati da Volta, gli esperimenti galvanici sono ripresi e approfonditi da studiosi come Leopoldo Nobili, Carlo Matteucci e soprattutto Emil Du Bois-Reymond. Questi, nel quarto decennio dell’Ottocento, sostiene la reale esistenza di un’elettricità propria degli animali, capace di spiegare, insieme all’elettricità dei conduttori studiata da Volta, le contrazioni osservate da Galvani nelle rane dei suoi celebri esperimenti.